IL CONCORDATO FISCALE CONVIENE?

Quasi tutte le imprese e i professionisti sono chiamati a valutare se aderire o meno al concordato preventivo fiscale.

Il concordato preventivo è un istituto rivolto ai contribuenti di minori dimensioni o forse è meglio dire, precluso ai contribuenti di maggiori dimensioni, quelli che superano i 5.164.569 €. di ricavi.

Ha una durata biennale per la generalità dei soggetti, mentre è annuale per i soggetti in regime forfettario.

Il Concordato Preventivo Biennale, in sigla CPB, si può definire come un accordo siglato col fisco, in base a questo patto, il contribuente si impegna per due anni (2024 e 2025 o solo 2024 per i forfettari) a dichiarare un reddito minimo preconcordato, in cambio di alcuni vantaggi.

Questo reddito minimo da concordare, corrisponde indicativamente al reddito 2023 aumentato del maggior reddito presunto dagli Indicatori sintetici di affidabilità (ISA), per raggiungere il voto 10.

Per il 2024 questo maggior reddito è ridotto del 50%.

Avremo quindi un reddito concordato per il 2024 e un reddito maggiore concordato per il 2025.

In questa fase di chiusura delle dichiarazioni dei redditi, i contribuenti sono chiamati, tra vari adempimenti, anche all’accettazione o meno della proposta di concordato.

Il vantaggio più importante consiste nel fatto di non pagare imposte e contributi sull’eventuale maggior reddito effettivo conseguito, rispetto a quello concordato.

Ulteriore vantaggio per chi aderisce è l’applicazione di una tassazione fissa forfettaria sulla eccedenza fra reddito proposto e reddito dichiarato nel periodo d'imposta 2023, rettificato delle operazioni non ordinarie.

L’imposta sostitutiva delle imposte sul reddito, addizionali comprese, è pari al:

a) del 10 per cento, se nel periodo d'imposta antecedente a quelli cui si riferisce la proposta presentano un livello di affidabilità fiscale pari o superiore a 8;

b) del 12 per cento, se nel periodo d'imposta antecedente a quelli cui si riferisce la proposta presentano un livello di affidabilità fiscale pari o superiore a 6 ma inferiore a 8;

c) del 15 per cento, se nel periodo d'imposta antecedente a quelli cui si riferisce la proposta presentano un livello di affidabilità fiscale inferiore a 6.

Per i contribuenti in regime forfettario invece l’imposta sostitutiva sarà del 3 o 10% a seconda che si rientri nei primi 5 anni di attività o nei successivi, ora tassati rispettivamente al 5 e 15%.

Lo svantaggio più importante è quello di pagare le tasse sul reddito concordato anche se inferiore a quello effettivamente percepito.

Ci sono poi altri vantaggi in termini di accertamento, che ricalcano tuttavia quelli previsti per i soggetti ISA con maggior punteggio.

Lo svantaggio del non aderire è quello di essere inseriti in liste selettive che aumentano la probabilità di controlli fiscali, probabilità riteniamo proporzionale al numero delle adesioni.

Aderendo alla proposta si dovrà anche ricalcolare il secondo acconto delle imposte quello in scadenza al 30 novembre, maggiorandolo di una percentuale del 10% (3% se forfettario nei primi 5 anni di attività) calcolata sulla differenza fra reddito concordato e reddito 2023.

Diciamo quindi che in via generale l’accordo col fisco può risultare vantaggioso se l’attività è in crescita e quindi con ricavi o compensi in aumento rispetto al 2023.

L’accettazione di un simile accordo non è tuttavia semplice, in primis bisogna valutare se si hanno le caratteristiche per aderire, sono previste infatti delle cause di esclusione.

Si deve poi determinare, tramite i software forniti dal fisco, la misura della proposta di concordato.

Individuato il reddito minimo che il fisco propone è opportuno confrontarlo con il reddito presunto per il 2024, in modo da stimare l’eventuale vantaggio o svantaggio.

Vantaggio o svantaggio che giocoforza (mancando di dati) si presumerà anche per il 2025.

Procedura CPB

Come detto riteniamo che l’adesione possa essere interessante solo nel caso in cui si preveda nel 2024 e presumibilmente nel 2025, un incremento del reddito rispetto al 2023.

Per consentire una attenta valutazione di quella che potrebbe essere una interessante opportunità o un pesante fardello da evitare, la procedura di verifica che Vi proponiamo è la seguente:

  1. Verifica dell’assenza di cause di esclusione che inibiscono l’accesso al CPB
  2. Simulazione reddito 2024 e raffronto con quello conseguito nel 2023, presumendo che il 2025 sia in linea col risultato del 2024.
  3. Elaborazione dati ISA e compilazione modello CPB per addivenire alla proposta di concordato con determinazione dell’imponibile ai fini dei redditi e ai fini Irap.
  4. Raffronto tra reddito della proposta di concordato e la simulazione di reddito 2024.
  5. Calcolo delle differenze di tassazione, positive o negative.
  6. Ricalcolo del 2° acconto delle imposte secondo le regole del concordato.
  7. Decisione di adesione o meno.

Naturalmente la decisione di non aderire potrebbe essere presa a priori senza voler effettuare alcuna valutazione numerica.

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